martedì 16 novembre 2010

BOLETUS EDULIS TURCO



ECCO UN BELL' ESEMPLARE

DI BOLETUS EDULIS
TROVATO IN TURCHIA ALL'INIZIO DI NOVEMBRE.
Senza togliere nulla ai porcini di Borgo Taro, (non voglio inimicarmi i fan di quei luoghi)... anche i funghi trovati in Turchia, sono organoletticamente all'altezza di quelli italiani, ve ne sono di tante dimensioni e varietà come in Italia e in tutto il resto d'Europa, hanno ogni tipo di clima, caldo, umido e secco, come quello mediterraneo, e un habitat con una vegetazione simile alla nostra.
Chi li ha assaggiati li trova migliori di quelli dell'Europa dell'Est, sia freschi che secchi.
La notizia più più strana è che i turchi che mangiano molte varietà di funghi, tra tutti non consumino una delle specie che gli europei prediligono, appunto la famiglia dei Boletus!
Questo però dà la possibilita al micelio di riprodursi e di non venire danneggiato come avviene dove la ricerca è a tappeto.
Cercare i porcini in Turchia è una gioia per gli occhi, e per ora la concorrenza è quasi inesistente, ovviamente, come in tutte le zone bisogna conoscere in quale bosco nascono ed in quale no, e i pochi fungaioli italiani che li hanno scoperti, cercano di mantenere segreti i luoghi, e tengono a mente ogni pianta e ogni fungaia...
Più avanti inserirò qualche immagine di quanti funghi si possono trovare in un fazzoletto di bosco... Vi aspetterò il prossimo anno!!!


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RICETTA TURCA



RICETTA TURCA:
PANE CON “TELLICA”, CIOE’, 
"RAMARIA FLAVA" 
IN GERGO PANE ALLE MANINE

Girando per il mondo si scoprono sempre nuove ricette, e questa abbastanza curiosa è capitata alla mia famiglia in Turchia. Andando a vivere tra le colline di Bolu, cittadina a metà tra Istanbul e Ankara, un giorno in un mercato locale mia madre ha visto vendere funghi di ogni genere, tra cui le manine "Tellica"(si legge tellige), che ovviamente conosceva bene, ma che in casa nostra si raccolgono poco, solo da metterne alcune nel sughetto misto con la polenta.
I miei vanno spesso in Turchia, perché amano quei luoghi ancora come i nostri di 30 anni fa’, ma anche moderni nelle comodità, dove la popolazione è cordiale e ancora ti invita a casa per un chai, in the, anche se ti ha appena conosciuto, ma in particolare ci vanno per andare a funghi, dove se ne trovano molti, specialmente, ovoli e porcini, ma ci sono anni che ne nascono pochi, e trovi altre specie, come le manine….
(Un giorno girando in un paesino, i miei hanno fatto conoscenza con il sindaco del paese, che felice di fare da cicerone, li ha invitati visitare e la zona e poi a mangiare in una delle tante case turche della città. Hanno così potuto assaggiare questo curioso pane casereccio, che gli è stato spiegato essere un pane preparato con le “Tellica”, cioè le “Manine”, o col nome scientifico latino ‘Ramaria Flava’.
Assaggiato e trovato buono, mia madre bravissima cuoca, si è riuscita a far dare la ricetta, che utilizza spesso.)
Ecco qui la ricetta:


INGREDIENTI 
PER ROSOLARE I FUNGHI
300 Gr. di manine
1 cipolla media
2 cucchiai di olio
Un pizzico di sale e di pepe.


INGREDIENTI 
DELL’IMPASTO DEL PANE
500 Gr. di farina “00”
1 cubetto di lievito di birra.
Mezzo bicchiere di latte tiepido
1 cucchiaino di zucchero
2 cucchiai di olio

PREPARAZIONE
Prima di tutto si lavano velocemente le manine, si asciugano con un telo, si affettano molto sottili, e si rosolano in padella dove già abbiamo messo cipolla finemente tritata e imbiondita, sale pepe e i due cucchiai d’olio.
Si fa asciugare tutta l’acqua contenuta nei funghi, finché essi prendono un bel colore nocciola aranciato, ovviamente senza far bruciare nulla.
Nel frattempo mentre i funghi cuociono, mettere il lievito di birra fresco, nel mezzo bicchiere di latte tiepido e il cucchiaino di zucchero. Mescolare bene e aspettare almeno 10 minuti in modo che il lievito si gonfi e formi una massa schiumosa.
Quando i funghi sono pronti, prendere, a farina e spargerla a fontana, (meglio se il tutto viene fatto in una grossa bacinella per sporcare meno la cucina, a meno che voi non vi troviate più comodi sul tavolo apposito per lavorare la pasta), con sale i funghi rosolati pepe ed un cucchiaio d’olio.
Aggiungere a quel punto anche il lievito e impastare il tutto.
L’impasto deve risultare morbido al tatto, ma resistente ed elastico, nel caso sia un po’ troppo secco e duro, aggiungere lentamente dell’acqua tiepida, finché non vi soddisferà la consistenza.
Dopo bisogna realizzare una palla, schiacciare leggermente la cima, e porla dentro ad una teglia in Pirex trasparente, (semplifica il controllo della cottura nel forno), e un po’ infarinata, (per rendere più agevole staccare il pane dalla teglia quando sarà pronto).
L’impasto deve riposare per almeno 3 ore in un luogo caldo, in inverno lo si può mettere su un calorifero o davanti al forno aperto.
Infornare la teglia con il forno pre-riscaldato a 200°
A metà cottura, tirarlo fuori per pochi secondi, per ungere la superficie del pane con un pennello imbevuto con l’ultimo cucchiaio d’olio in una tazzina in cui si è mescolata anche dell’acqua calda.
Questo è un trucco per mantenere morbida la crosta del pane.




Questo pane mantiene una mollica morbida e friabile a lungo, ed è facile da conservare per molti giorni, anzi, proprio per questa qualità, si può facilmente congelarlo dopo essere stato messo in un sacchetto apposito. Tirandolo fiori per consumarlo, lo troverete esattamente come se fosse fresco, e specialmente se viene passato per pochi minuti nel forno.
Questo pane si può realizzare probabilmente anche con altre specie di fungo dalla consistenza simile, mai mamma ne ha preparati anche con qualche fungo misto, come le mazze molto giovani e ancora chiuse, qualche finferlo, o dei cantarelli.





                        RAMARIA FLAVA                       

La Ramaria flavia, cioè la manina gialla, è un fungo di medie proporzioni, ma dall’aspetto appariscente, assomiglia ad un corallo di mare giallo, assomiglia anche al tronco di un cespuglio con rami che si suddividono in modo frastagliato, sempre più sottili e fini, il loro aspetto può ricordare tante piccole dita, per quello quindi chiamato “Manina” o “Ditola gialla” in gergo fungaiolo.
Anche se l’esterno ha una chiara colorazione gialla, dipende anche dalla specie, ve ne sono svariate qualità, la polpa è chiara, un po’ acquosa e molto tenera e fragile, non cambia colore neanche al taglio, con un buon profumo, ottima se raccolta giovane, quando invecchia, il sapore diventa più acidulo, e può provocare problemi intestinali. Quindi fare attenzione nel raccoglierli, è meglio, se in compagnia di esperti.
Altro particolare, tutte le specie che fanno parte della famiglia delle ‘ramarie’, sono leggermente lassative, quindi non esagerare nella consumazione.
Attenzione anche a certi esemplari come la ‘Ramaria Pallida’ se mangiata in gran quantità, diventa pericolosa, procurando gravi intossicazioni, e per tutte, meglio utilizzare la parte più vicina alla radice che le estremità che sono più amarognole è fibrose, in qualsiasi caso meglio mangiarla cotta.
Le manine gialle, erano conosciute già nell’antichità, e anche se non tutti le hanno viste, o le hanno mangiate, per mia esperienza, sò che sono gradite è molto apprezzate in Turchia ed in Pakistan, dove ad esempio non vengono consumati i porcini considerati addirittura velenosi.
Cresce in montagna e in pianura, a colonie, tra faggi castagni e betulle in luoghi con il sottosuolo umido, alla fine dell’estate e lo si può raccogliere fino all’autunno inoltrato.
























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mercoledì 10 novembre 2010

BOLETUS ESSICATO


PORCINO SECCO INTERO

Ad Agosto ero stata a Borgotaro per funghi, come descritto in un vecchio post, e il giorno dopo ho preparato una bella cena con amici, volendo mostrare cosa stavano mangiando ho scelto di tenere uno degli esemplari migliori intatti, e devo dire che ho ricevuto diversi complimenti.



Il giorno dopo, avevo intenzione di utilizzarlo per un risotto, le sue dimensioni, ne davano la possibilità, per una porzione, gambo di 7 cm, altezza 15 cm con il cappello di 9 cm, peso, 80 grammi circa, sano e giovanissimo, con i tuboli ancora bianchi e quasi vellutati e un profumo intenso.
Soltanto che il giorno dopo altri amici mi hanno chiesto di mostrarlo, e quindi l’ho lasciato in frigorifero ancora qualche tempo, facendolo disidratare leggermente.
Dimenticandomi di lui… il porcino essendo perfetto e non bacato ha continuato la sua essicazione, a un certo punto ho deciso di toglierlo dal frigorifero e di lasciarlo all’aperto, per evitare che l’umidità potesse farlo marcire.
Dopo un mese era perfettamente asciutto e liofilizzato!






Allora ho deciso di immergerlo in acqua fredda, ma con mia delusione ho notato che non aumentava di volume come sperato.
Il porcino, per conservarlo è sempre meglio seccarlo tagliato in fette di non più di 5/8millimetri di spessore, possibilmente su reti che lo lascino respirare, e girarlo ogni 4/5 ore.
In più consiglio di utilizzarli nel risotto che non nelle tagliatelle all’uovo fresche…





Solo le “Boriette” (Marasmius oreades), si riprendono ed hanno lo stesso aspetto naturale di quando si raccolgono come si può notare in questa immagine!













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domenica 7 novembre 2010

BOLETUS IN NIGERIA

LA MIA AFRICA



BOLETUS NIGERIANO 
CON DUE MANGHI VICINO 
PER DIMOSTRARE LE DIMENSIONI

Credo che ormai quasi tutti conoscano il film o il libro “ LA MIA AFRICA”, e che molti abbiano visto mille documentari…. Ebbene, io nel mio piccolo ho avuto la possibilità di vivere alcuni anni in Africa.
Chi è vissuto in quegli anni nei cantieri probabilmente apprezzerà queste immagini un po’ datate…
Sono nata in Italia, ma dopo 19 giorni, la mia famiglia si è trasferita in Nigeria, 46 anni fa…
Per me è stata una bellissima esperienza, la vita in cantiere per i bambini è come una continua vacanza, in mezzo ad una natura selvaggia.
Quest’articolo è nato dal fatto che ricordavo che anche in Africa la mia famiglia andava già per funghi!
In Nigeria nel Cantiere di Kainji abbiamo raccolto i prataioli nel nostro campo sportivo, ed altre specie di cui ora non ricordo il nome.
Di quel cantiere ho pochi ricordi, essendo rientrata che avevo 4 anni, ma ricordo di essere stata per funghi…
Così sfogliando negli album di famiglia ho iniziato a cercare foto che potessero riportare un documento di funghi… e nello stesso tempo mi sono tornati in mente tutti i ricordi di quegli anni felici, villaggi, persone, cucina, oggetti, animali… insomma un mondo di molti anni prima che ancora ricorda in parte il periodo coloniale.


Chi ha vissuto come me quella vita credo non la possa scordare, mantenendo un senso nostalgico di un mondo che forse non tornerà più.









Anni dopo nell’80 i miei sono tornati in Nigeria in un nuovo cantiere, Bakolori, distante una giornata dal precedente, ed io ho potuto passare una splendida estate da adolescente, nel nuovo cantiere.














Tra le foto ho trovato quella del nostro Megadi, il guardiano notturno con cui mi siedevo alla sera con una piccola scimmia di nome Biri (nome della scimmia in nigeriano), e con lei ci mangiavamo delle bacche gialle a forma di oliva che il megadi ci raccoglieva dai rami di un grande albero.



I miei con mio fratello sono anche tornati a rivedere il cantiere di Kainji, la nostra vecchia casa come dimostrano i flamboyan della foto in cui ero bambina e poi cresciuti nell’arco degli anni.









E’ stata in questa nuova esperienza a Bakolori, che i miei si sono imbattuti in un “BOLETUS”, qui in foto, sfortunatamente, non hanno provato l’esperienza di consumarlo, vista la zona del ritrovamento e l’habitat completamente diverso.






In Africa ovviamente, e specie in Nigeria, il clima, il sottosuolo, e le piante non hanno nulla del sottobosco europeo, quindi non si sono fidati ad assaggiare quell’unico esemplare, anche perché neppure i locali non lo conoscevano.
Per fortuna mia, ne hanno però scattato queste due foto e dimostrano in tutto e per tutto la forma, e la consistenza di un porcino, partendo dal colore e forma del cappello dai tuboli, e dalla sua consistenza.
Sinceramente, non ho riscontrato notizie di ritrovamenti di simili funghi, quindi non ho notizie migliori da fornirvi, ma accetto qualsiasi commento da persone che ne conoscano più di me.




E per ultimo qualche foto del cantiere di Bakolori e dintorni.....



Foto del cantiere e arrivo del Fratello del Dottor Agnelli


Villaggi e popolazione locale tra i miei famigliari





















































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giovedì 4 novembre 2010

MEGA BOLETUS


PORCINO TROVATO NEI PRESSI DI CUMIANA, PROVINCIA DI TORINO 
QUESTO FINE OTTOBRE
Spesso il gambo del porcino può avere delle fenditure a causa di una radice o di qualcosa che occluda la sua crescita, in questo caso, non ha però impedito la sua maturazione, diventando un porcino di notevoli proporzioni!!!



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