martedì 19 ottobre 2010

FUNGHI IN CITTA'


LE BORIETTE… CIOE’ LE GAMBE SECCHE
Il nome di questo funghetto, deriva dal latino Marasmius oreades, oppure dal greco, 'marasmòs', che significherebbe denutrito, e 'orèades'. che significa ninfe dei boschi.
Qualche giorno fa, tornando da una commissione in Milano, ho visto in un piccolo prato, le prime 'Boriette', nome volgare delle mie parti, sono piemontese dell’alessandrino, nate in questo Ottobre, qualche cerchio, una mezzaluna ed un gruppetto in fila indiana!

Esse infatti nascono in famiglie numerose, proprio come i chiodini, dalla primavera all'autunno, nei prati, nei campi, lungo il ciglio dei sentieri, sia in pianura che nelle valli ed in montagna, si trovano quasi tutto l’anno dopo una pioggia abbondante se il tempo è mite od il terreno caldo. Di solito, se nasce in città, come in questo caso, il prato deve essere stato seminato molti anni prima.


 Li si scorge più facilmente dove l’erba è mista, vicino al tarassaco, alla pinpinella ed a foglie di un verde più intenso.
Subito dopo la pioggia e quando sono piccoli, si presentano con un bel color noccioa, che si schiarisce nella disidratazione, e crescendo, fino a tendere ad un leggero color tela di lino.


Le lamelle sono ben visibili, spesse, divise in due a qualche millimetro dal bordo, dove sono intercalate da più sottili lamellule, di lunghezza inferiore, (come si può vedere bene dalla foto) abbastanza rade, bianche in esemplari giovani, poi più scure fino al nocciola carico.
Il gambo è cilindrico, sottile slanciato, elastico e resistente, in genere di una tonalità più chiara del cappello.


Nel caso le Boriette si trovino subito dopo la pioggia, è più semplice raccoglierle, basta staccare a metà il gambo con la pressione di delle unghie, ma la sua elasticità ci metterà alla prova se il gambo sarà quasi secco!





Possono essere raccolti già quando il cappello è ancora chiuso dalle dimensioni dell’ultima falange del dito mignolo, fino ad arrivare quando è aperto al massimo di 7, 8 cm di diametro, ed anche il gambo varia di


altezza quando lo si trova nell’erba folta.




La carne è color crema, e ha un buon profumo di mandorle .
Una delle sue migliori caratteristiche è che la sua elasticità impedisce che il gambo si distacchi dal cappello ed anche tenendoli in mano difficilmente cambiano aspetto, si possono riconoscere proprio da questa qualità, nella raccolta, non ci sono nel loro habitat, funghi simili altrettanto resistenti.
Hanno un sapore piacevole, e si prestano all’utilizzo di diversi condimenti, anche sott’olio, per la loro carne soda, e specialmente perché facili da conservare secco, ed essendo piccoli e piacevoli alla vista diventano ottimi da utilizzare nelle frittate.















Un’altra caratteristica: basta immergerli per una mezz’ora, in aqua fresca e rinvengono come appena raccolti!.


Anche se si potrebbero confondere con numerose specie di funghi di piccole dimensioni, tra cui le Inocybi e le Lepiote di piccola taglia, come detto sopra è abbastanza facile riconoscerli dopo averli raccolti qualche volta in compagnia di esperti.
Più di una volta li ho raccolti con amici e bambini, che in generale si divertono molto, anche perché, si raccolgono tutti in gruppo specie quandoi cerchi sono grandi, ed i bambini rimangono a distanza di un’occhiata!
Certo se ci aiutano loro… meglio un controllo accurato, tornati a casa.
Per puliri è facile, specialmente se li abbiamo recisi a metà gambo e in prati non troppo impregnati d’acqua, ma nel caso che qualche gambo con la terra sia stato raccolto, basta tagliarlo e metterli tutti in acqua fredda in una bella bacinella grande far depositare sul fondo lo sporco e tirarli, su, rimangono più leggeri dell’acqua, e scolarli.

Non solo non si rovineranno, ma sembreranno appena raccolti!
Consiglio a tutti di prenderli, mentre vi fate una passeggiata,per la facile conservazione anche nella tasca del giubbotto, ovviamente non a Milano a causa dello smog, un vero peccato!









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