martedì 7 dicembre 2010

BISHOP CROWN


PEPERONCINO PICCANTE

I funghi a volte possono essere insaporiti con una salsa piccante, aggiungendo qualche peperoncino, come ad esempio questo simpatico e stravagante esemplare...

Cappello del Vescovo: Bishop Crown




Qualche anno fa a Milano entrando in uno di quei negozi dove si vendono articoli commestibili un po’ da tutto il mondo, sono incappata in questi peperoncini, ho chiesto notizie, ma sfortunatamente la venditrice filippina non era stata in grado di fornirmi alcuna informazione precisa…
Quest’anno a Ottobre, i miei tornando dalla Turchia, dove hanno una casetta, hanno portato questi esemplari, che gli sono stati regalati da loro amici turchi che ne avevano una piccola produzione. L’anno scorso ne avevano anche invasato una piantina nel loro orto, ma essendo troppo grande non è stata portata in Italia, in compenso mia mamma ha portato i frutti da seccare per poterne ricavare i semi, che proverà a seminare verso febbraio come indicato da diversi testi trovati su internet.



Credo che tra tutte le forme di peperoncino esistenti in tutto il mondo, questo esemplare abbia davvero qualcosa di singolare…

In Italia è chiamato volgarmente ‘Peperoncino a Campanella’ o anche 'Cappello del Vescovo' dal latino; (Capsicum Baccatum), per la sua caratteristica forma, a campana con tre protuberanze laterali nella parte superiore all’altezza del picciolo, e una protuberanza interna, che lo fa assomigliare anche ad un fiore a campanella.
In Piemonte è detto anche ‘Disco Volante’, specie in una varietà con il frutto maggiormente schiacciato in altezza.

Quelli che vi mostro nelle foto, devono essere di una varierà leggermente diversa, perché il frutto, non ha sempre tre protuberanze laterali, a volte 4, leggermente più simili a dei petali facendolo assomigliare quasi a un’orchidea, specialmente nella parte centrale dove la protuberanza assomiglia allo stamo del fiore.




Il frutto può crescere fino a diventare delle dimensioni di 6-8 cm di diametro e circa 5-7 cm di lunghezza.
Acerbo ha un bel colore verde intenso, poi come molte altre specie tende prima all'arancio e poi al rosso, fino a diventare quasi bordeaux quando è secco.
La buccia sottile, resistente e lucida contiene una polpa soda e croccante di uno o due millimetri dal caratteristico sapore e profumo dei peperoni, leggermente piccante specialmente se si utilizzano anche le coste e i semi.
Come gli altri peperoncini, lo puoi coltivare a cespuglio o trovare anche ad alberello con un’altezza di 30-40 cm.
Può arrivare a produrre 6 -7 Kg di peperoncini in una stagione, perché non è una pianta stagionale, ovviamente dipende dall’habitat in cui sarà coltivata, in terra, in serra in luoghi umidi o secchi.
I semi possono vivere a lungo per diversi anni se ben conservati chiusi, ben asciutti, in un barattolo ermetico in frigorifero nella vaschetta della verdura…
Per seminarli però è meglio lasciarli a temperatura ambiente per rigenerarli.
Essendo piantine che non sino troppo grandi possono essere coltivate sia sul balcone quanto in casa.
I semi devono essere piantati sotto uno strato di terreno di un millimetro, in vasetti piccolini, ne esistono alcuni che sono deteriorabili In torba compressa, così nel trapianto, possono essere invasati essi stessi senza bisogno di essere eliminati e rischiare di far soffrire le radici, metterli in un luogo caldo umido, e quindi in Italia, dove la loro coltivazione è in Febbraio-Marzo, conviene, preparare piccole serre o mantenerli vicino a una fonte di calore indiretta, e lasciare umido lo strato del terriccio, con un calore tra i 25-30°C circa.
Per una buona coltivazione, usare un’acqua sterile, senza cloro.
Alla nascita dei germogli meglio liberarli, se tenuti fuori in serra, dalla copertura in plastica, e controllare che non gelino o si secchino troppo.
E’ una pianta inizialmente è delicata e soffre gli sbalzi di temperatura.
Se riescono a superare i primi mesi di vita, diventano piantine tenaci e durano negli anni.
Se i semi sono stati posati a terra all’inizio della primavera, mettono più tempo a crescere e poi a fruttificare, ma non conoscono il trauma del nuovo invaso.
Le piantine dopo un mese o due, dipende a che punto è la loro crescita, devono avere una decina di foglioline, oltre ai cotiledoni, possono essere invasate in vasi più grandi, facendo attenzione a non rovinare le radici, una a una per una crescita migliore, perché come detto prima possono crescere parecchio e avranno quindi bisogno di maggiore terreno ben areato, possibilmente nella torba, ed aggiungere dei fertilizzanti appropriati una volta a settimana, velocizzando così la loro crescita.
Quando si invasano, controllare che il terreno abbia una temperatura sui 18°, perché nel caso che ci sia già un principio di bocciolo, le piantine potrebbero non morire, ma non arrivare alla fioritura, in questo caso, non fruttificheranno per il primo anno o avere una fioritura ritardata che arriverebbe a fruttificare troppo tardi e non a completa maturazione.
La fertilizzazione del terreno deve continuare più sporadicamente negli anni, (due o tre volte l’anno), per un maggiore raccolto e diminuire l’inaridimento del substrato del terreno, con Azoto, Fosforo e Potassio.
Se la pianta è in vaso, e la stagione è particolarmente secca, mantenere il sottovaso con un dito d’acqua che mantiene la terra umida, ma fare attenzione a che le foglie non ingialliscano, in quel caso si rischia di far marcire le radici, anzi la cosa migliore sia in vaso che nella terra, mettere dopo il primo strato di torba, della sabbia, per un migliore drenaggio dell’acqua.
Il frutto maturo, può essere mangiato fresco, secco o conservato sott’olio, liscio o condito come i nostri ‘spagnoletti’ molto utilizzati nel meridione, ripieni di tonno acciuga e olive, il loro sapore sarà più delicato, perché meno piccante.





Per maggiori informazioni, rivolgetevi al sito, dove mi sono appoggiata per realizzare lo spot:

http://baobab.zeta-zone.eu/semi/coltivazione%20peperoncino.htm





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